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EIMUNTAS NEKROŠIUS presenta a Roma il Digiunatore di Franz Kafka.
Giovedi 10 Maggio 2018
21:00 | AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA SALA PETRASSI
Fondazione Musica per Roma (Italia), Compagnia Teatrale Meno Fortas, Istituto Lituano di Cultura (Lituania)
FLUX. FESTIVAL LITUANO DELLE ARTI a Roma
A Siracusa Emma Dante presenta il suo Eracle
La rappresentazione classica tratta dal testo di Euripide e firmata dalla regista palermitana, sarà in scena al Teatro Greco di Siracusa dal 10 maggio al 23 giugno
i vincitori dei premio ubu 2017
I vincitori dei Premio Ubu 2017
Spettacolo dell’anno
Macbettu
regia di Alessandro Serra
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Miglior spettacolo di danza
Sylphidarium. Maria Taglioni On The Ground
regia e coreografia di Francesca Pennini
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Miglior progetto curatoriale
Inferno. Chiamata Pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri
di Marco Martinelli e Ermanna Montanari
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Miglior regia ex aequo
Massimiliano Civica
(Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi)
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Miglior regia ex aequo
Massimo Popolizio
(Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini)
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Miglior allestimento scenico
Gianni Staropoli
(Il cielo non è un fondale)
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Miglior progetto sonoro o musiche originali
Gianluca Misiti
(Cantico dei Cantici)
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Miglior attore o performer
Roberto Latini
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Miglior attrice o performer
Giulia Lazzarini
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Nuovo attore o performer (under 35)
Christian La Rosa
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Nuova attrice o performer (under 35) ex aequo
Serena Balivo
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Nuova attrice o performer (under 35) ex aequo
Claudia Marsicano
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Miglior nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica
Un quaderno per l’inverno
di Armando Pirozzi
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Miglior nuovo testo straniero o scrittura drammaturgica
Emilia
di Claudio Tolcachir
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Premio Ubu alla carriera
Antonio Tarantino
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Migliore spettacolo straniero presentato in Italia
Five Easy Pieces
testo e regia di Milo Rau
(CAMPO & IIPM)
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Premio Speciale Ubu 2017
Fabulamundi. Playwriting Europe
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Premio Speciale Ubu 2017
C.Re.Sco.
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Premio Speciale Ubu 2017
Akropolislibri
il napoli teatro festival ha coprodotto due dei candidati ubu 2017 miglior spettacolo straniero
Candidati Miglior spettacolo straniero presentato in Italia
Belgian Rules/Belgium Rules di Johan De Boose (ideazione e regia Jan Fabre; produzione Troubleyn/Jan Fabre; coproduzione Napoli Teatro Festival Italia-Fondazione Campania dei Festival, ImPulsTanz Vienna International Dance Festival, Théâtre de Liège, Concertgebouw Brugge)
Five Easy Pieces di Milo Rau (regia Milo Rau; coproduzione CAMPO & IIPM; coproduzione Kunstenfestivaldesarts Brussels 2016, Münchner Kammerspiele, La Bâtie – Festival de Genève, Kaserne Basel, Gessnerallee Zürich, Singapore International Festival of Arts (SIFA), SICK! Festival UK, Sophiensaele Berlin, Le phénix Scène Nationale Valenciennes Pôle européen de création)
The Great Tamer di Dimitri Papaioannu (regia Dimitri Papaioannu; produzione Onassis Cultural Centre – Athens; coproduzione CULTURESCAPES Greece 2017 – Basilea, Dansens Hus Sweden, EdM Productions, Festival d’Avignon, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, National Performing Arts Center-National Theater & Concert Hall, NPAC-NTCH – Taiwan, Seoul Performing Arts Festival, Théâtre de la Ville – Paris / La Villette – Paris)
Krapp’s Last Tape di Samuel Beckett (regia Oskaras Koršunovas; produzione OKT/Vilnius City Theatre)
Nicht Schlafen (Non dormire) di Hildegard De Vuyst (regia Alain Platel; produzione les ballets C de la B; coproduzione Ruhrtriennale, La Bâtie-Festival de Genève, Torinodanza festival, la Biennale de Lyon, L’Opéra de Lille, Kampnagel Hamburg, MC93-Maison de la Culture de la Seine-Saint-Denis, Holland Festival, Ludwigsburger Schlossfestspiele, NTGent, Brisbane Festival)
Richard III di William Shakespeare (regia Thomas Ostermeier; Schaubühne Berlin)
emma dante, antonio latella e alessandro serra candidati miglior regia al premio ubi 2017
Sono state annunciate oggi le nomination dei Premi Ubu 2017, gli Oscar del teatro italiano, giunti quest’anno alla quarantesima edizione. La premiazione si terrà a Milano il prossimo 16 dicembre 2017:
Miglior regia
Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno
Emma Dante per Bestie di scena
Antonio Latella per Pinocchio
Massimo Popolizio per Ragazzi di vita
Alessandro Serra per Macbettu
Angelica Liddell al Napoli Teatro Festival
L’Eucarestia di un Gesù bambino che imbraccia il KalashnikovNAPOLI – Me li ricordo ancora i giorni in cui, due anni fa, Angélica Liddell, la guastatrice del teatro europeo, presentò all’Olimpico di Vicenza – nell’ambito del 68° ciclo di spettacoli classici, non a caso diretto da un’altra «estremista», Emma Dante – lo spettacolo «Prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Cantata BWV 4, Christ lag in Todesbanden. Oh, Charles!». Le accuse di blasfemia, l’intervento del vescovo, l’anatema lanciato da Salvini, le veglie di protesta dei cattolici integralisti. Mi schierai subito, su questo sito, dalla parte della Liddell. Ed Emma Dante mi ringraziò, perché, disse, avevo chiarito i lati oscuri ed ostici dello spettacolo. In realtà, avevo dimostrato che Salvini e soci si scandalizzavano di ciò che stava, pari pari, nella «Lettera» di San Paolo. E avevo potuto farlo in quanto – una delle cose strane della mia strana vita – sono un esperto di testi sacri. Insomma, sulla base di questa competenza specifica sostenni che il teatro di Angélica Liddell è iconoclastico e/o provocatorio solo in merito alla forma, mentre risulta perfettamente in linea con i contenuti profondi trasmessi dalle fonti adottate. E lo stesso discorso vale, ora, per lo spettacolo «Genesi 6, 6-7» che l’autrice, regista e attrice catalana ha presentato al Politeama nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia. Infatti, la Liddell ha dichiarato (ed è la più importante fra le tante dichiarazioni da lei rilasciate nella circostanza) di aver pensato, per quanto riguarda la forma del suo spettacolo, alla narrazione per riquadri tipica dell’iconografia medievale. E subito mi torna in mente, e dunque davvero non a caso, che furono per l’appunto i teologi medievali a teorizzare, nel solco di Origene, che alle Scritture, e perciò anche alla «Genesi», possono essere attribuiti quattro significati (letterale, allegorico, morale e anagogico) che s’identificano, rispettivamente, con la storia, la dottrina, giusto la morale e la mistica. Così, ci sono – a partire dalla proiezione iniziale delle immagini di una circoncisione – i segni della tradizione ebraica più dogmatica: dallo «shtreimel» (il cappello di pelo) e dai «payot» (i boccoli laterali) degli ebrei chassidici e ortodossi in genere ai «tefillin» (le due scatolette contenenti brani della Torah allacciate l’una sulla testa e l’altra sul braccio sinistro); ma dopo, nel corso della danza di due ragazze gemelle incinte, evidentemente mutuata da quella dei dervisci rotanti, che è una vera e propria cerimonia religiosa, compaiono prima delle chitarre elettriche e poi un Kalashnikov. Arriviamo, così, a uno dei temi fondanti del teatro di Angélica Liddell riferito alle Scritture, quello del corpo così come si determina nell’ambito del Sacro. Appunto nella «Prima lettera di San Paolo ai Corinzi» c’è un passo-chiave (15, 36) che spiega questo processo: «Stolto, ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore». In altri termini, solo se viene seppellito nel buio il seme potrà produrre il fiore che nella luce darà il frutto. E in fondo è proprio quello che fa la Liddell: il corpo mistico viene seppellito nel corpo fisico, e giusto da tal seppellimento nasce la tensione verso un assoluto che coincide col Sacro. Enrico Fiore (Controscena.net) |
Jan Fabre presenta l’anteprima mondiale della sua nuova creazione al Napoli Teatro Festival
Emma Dante: Record di presenze al Piccolo Teatro di Milano
“…Emma Dante è reduce dagli applausi a scena aperta e dalle standing ovation del suo spettacolo Bestie di Scena che nelle complessive 19 repliche in calendario al Piccolo Teatro Strehler di Milano, con record di presenze che supererà i 16mila spettatori, ha segnato uno storico incremento di giovani balzato al 51%”. La Repubblica, 14 marzo 2017
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Bestie di Scena di Emma Dante è stato accolto con grande attenzione da parte dei media e dai social network. Tra le recensioni, per alcuni si rende evidente una crisi del ruolo della figura “dell’attore” nel teatro contemporaneo.
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angelica liddell presenterà a napoli il terzo episodio della trilogia dell’infinito
GENESIS (nuova creazione) 16-17 giugno 2017 Teatro Politeama
Terzo capitolo del lavoro sull’Infinito di Angelica Liddell (Que haré yo con esta espada presentato al Festival di Avignone 2016; e Esta breve tragedia della Carne, La Batie Geneve 2015) Angelica si dedica alle terza e ultima creazione di questa della trilogia, dal titolo “Genesi”.
Questa terza parte della trilogia dell’Infinito verrebbe immaginata e scenicamente proposta al confine dell’ignoto, in quella stanza nello spazio dove finisce i sui giorni il protagonista di 2001 Odissea dello spazio di Kubrick. Luogo che apre la porta al sogno dell’immortalità e suggerisce l’idea di un cosmo multiforme, straordinariamente aldilà, nelle sue più lontane dimensioni.
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note sulla nuova creazione di emma dante
Bestie di scena
scritto e diretto da Emma Dante Vi prego, la battuta ditela come l’ho detta io; sciolta, in punta di lingua. Se la urlate come fanno tanti attori, tanto varrebbe chiamare un venditore ambulante. E non falciate l’aria con le mani, calma! Perché nell’onda, nella tempesta, non so come dirvi, nel vortice della passione, dovete trovare un equilibrio che renda quella tempesta fluida come musica. Amleto. “bestie di scena” prevede un’indagine sul significato dell’essere attore, sulla natura fragile e complessa del suo divenire. “attori” intesi come esseri nell’atto, artefici di un’azione che muore nell’istante in cui nasce. È un progetto che racconta l’impossibilità di recitare, il fallimento dell’agire e il profondo disagio di mostrarsi nudi davanti a una platea di spettatori protetti dalla maschera sociale. L’attore è colui che si scaglia sulla scena spinto da una forza sovrumana. Varcato il confine, l’attore rinasce, rompe la membrana dei polmoni e del diaframma e respira come se respirasse per la prima volta. A poco a poco si ambienta sul palco e quando incrocia lo sguardo del pubblico diventa puttana e assassino, fotte il personaggio e poi lo uccide. L’attore è l’ingegnoso nemico di se stesso, il predatore che si fa preda… Indago la sua nudità, l’essenza, la sua natura bestiale, il palcoscenico che insozza e dal cui recinto non può uscire. Il palco è nudo, delimitato da un fondale e sei quinte. Nel girone dell’inferno un gruppo di anime espia la colpa: attori peccatori camminano in cerchio, avvinghiati gli uni agli altri, nudi, lenti; prigionieri dei loro marcantonii dall’aria ispirata, delle loro giuliette giovani e belle, delle nutrici grasse, dei macbeth dalle mani tese, prigionieri delle convenzioni, dei tic, delle nevrosi collettive, non riescono più a uscire di scena. “Attore, fermo! non ti muovere! Non tormentare quel mignolo, rilassa le spalle, guardami! Ora guarda lei! piano piano… come in un sussurro… Eccoti, Otello! Guardala! Lei è nuda. si vergogna. Ti stava aspettando. Non le credi. Ti convinci che è l’altro che aspetta. Il tuo sguardo si riempie di pensieri cattivi. Monti l’odio. Ti prepari a uccidere. Nascondi le sue nudità con le tue mani. La soffochi. Stringi la sua gola, stringi veramente, con tutta la forza che hai…. “ |
Iniziano i preparativi per la presentazione del programma Misteri e Fuochi
14 settembre 2015
emma dante inizia a lavorare alla sua nuova creazione
Bestie di scena
scritto e diretto da Emma Dante
“bestie di scena” è un progetto articolato in varie tappe che comprendono la presenza di diversi partner europei. Gli studi su “bestie di scena” prevedono un’indagine sul significato dell’essere attore, sulla natura fragile e complessa del suo divenire. “attori” intesi come esseri nell’atto, artefici di un’azione che muore nell’istante in cui nasce.
È un progetto che racconta essenzialmente l’impossibilità di recitare, il fallimento dell’agire e il profondo disagio di mostrarsi nudi davanti a una platea di gente comodamente seduta e a riparo dietro la maschera sociale.
L’attore è un narratore presente in ogni sua manifestazione, caratterizzato dall’espressione che mentre si forma comincia a morire.
L’attore è l’ingegnoso nemico di se stesso, colui che organizza battute di caccia… il predatore che si fa preda… Indago la sua nudità, l’essenza, la sua natura bestiale, il palcoscenico che insozza e dal cui recinto non può uscire.
censura sul teatro olimpico
1 settembre 2015 . Noi abbiamo visto lo spettacolo di Angelica Liddell, e posso dirvi che è uno straordinario inno all’amore, una travolgente passione sacra, uno spettacolo forte, inteso, un manifesto all’amore, urlato, disperato e vitale.
Nessuno si masturba in scena, un “personaggio” dello spettacolo racconta che da bambina si masturbava con il crocifisso. Tutto qui. Basterebbe raccontare ai censori, che l’Olimpico vede di continuo “oscenità” peggiori nel suo palcoscenico. Madri che uccidono i suoi bambini, incesti tra figli e genitori, figli che uccidono il padre, tradimenti, assassini, strappare la carne a un uomo… Che altro se non i conflitti, i limiti e le barriere oltraggiate, i confini sorpassati degli eroi, si esprimono e accadono a teatro?
Nella Primera Carta de San Pablo, tramite la poesia e la spiritualità, Angelica Liddell ci trasmette solo pudore, rispetto per il sacro e bellezza.
Di una cosa possiamo essere certi, dopo aver visto lo spettacolo, il pubblico si sentirà più vicino alla spiritualità e a Dio di quanto no lo sia mai stato a teatro. AG.
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Angelica Liddell ha presentato a Lausanne “Carta a San Paulo…”
Quest’opera fa parte del “Ciclo delle Resurrezioni”. Un ciclo costituito da varie pièce il cui tema principale è il ritorno alla vita dei morti. Anche se non sempre è il corpo a ritornare alla vita. La Lettera di San Paolo ai Corinzi contiene una delle più appassionate difese dell’amore che siano mai state concepite. Ma abbiamo lavorato sul testo per costruire un’eresia: trapiantare il fervore dell’amore sacro nel territorio dell’amore profano. Si tratta di una mistica rovesciata che cerca di trovare il senso del sacro all’interno dell’eresia stessa.
Non so come sono arrivata a questo regno immaginario d’idioti tormentati, i credenti, disperati che inventano i propri dèi per non impazzire, perché l’amore pronto a essere donato non si corrompa a causa dell’assenza di un destinatario e si accumuli nel cervello come un gas velenoso. Misero regno d’idioti mistici, inventori di segni, premonizioni e visioni che compensano l’impotenza di fronte all’avversità, di fronte al castigo; meglio affidarsi a una preghiera quando la volontà manca di produrre effetti.
Non so come sono arrivata a questa valle di altari ridicoli, non so se si può bastonare a sangue se stessi per uscire da questo fascio di raggi immaginari, questo rifugio falsamente sacro, quest’invenzione insensata che mi spinge a dar retta alle profezie menzognere dei ritardati. Abbiamo bisogno di segni, maledizioni e profezie per convincerci di non essere malati e senza speranza, e malgrado ciò ogni segno esacerba la malattia e la disperazione che finiscono per trasformarci in figure grottesche. Le smorfie di adorazione non sono altro che le orribili tracce di questa maledetta sofferenza ininterrotta che tollera l’immaginario solo perché la realtà è insopportabile, satura di esseri umani insopportabili.
Penso che avendo ricevuto un’educazione religiosa, la mia influenza più grande viene dalla Bibbia. La sua violenza poetica continua ad affascinarmi, i tormenti spirituali e il bisogno di redenzione ad ossessionarmi … Voglio lavorare con l’idea di Dio come se esistesse – pur sapendo che non esiste – al fine di realizzare la brutalità della sua assenza. Il silenzio di Dio frantuma le nostre vite”.
Questo spettacolo verra presentato in prima italiana al Ciclo di Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza il 18 e 19 settembre 2015